
La prima cosa da mettere a fuoco è che siamo creature eterne e che la vita terrena è solo una piccola parte, “e solo un affacciarsi dal balcone della propria vita per respirare cosa si fa”. La prima domanda è quindi : “Da dove veniamo e dove andiamo?” Gesù stesso risponde anche per noi nel Santo Vangelo quando dice : “Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre». (Giovanni 16,28) Quindi siamo venuti in questo mondo mandati dal Padre e al Padre torneremo alla fine di questa vita, questo e il nostro vero fine di ogni cristiano.
La nostra preghiera è vera se non è egoistica, la preghiera non va fatta per interessi ma sono per amore ed e del tutto gratuita, che nasce dal cuore, che prego per me, la preghiera e fatta sempre per l’altro, con i benefici sul’altro viene esaudita la nostra.
Ci sono persone che credono di saper pregare perché recitano molte preghiere, non solo le tante preghiere che ci santificano ma come le facciamo,se ci crediamo, se le sappiamo chiedere, con quale cuore, e in verità pregano ma la loro preghiera è molto superficiale e non penetra le nubi, come invece penetra le nubi la preghiera degli umili. (Siracide 35,17), questo succede perché non nasce dal proprio bisogno di pregare il Padre, l’esigenza di stare con Lui, di invocarlo, la preghiera bisogna sentirla, amarla e ascoltarla, perché sia una vera preghiera, che nasca dal desiderio di incontrare il Signore.
Siamo mendicanti di Dio e non dobbiamo dimenticarlo. Questa verità non ci reca tristezza ma una profonda gioia perché più siamo consapevoli della nostra miseria e più riusciamo ad accostarci alla conoscenza del nostro Dio e a riposare in Lui. Non dimentichiamo mai che Lui stesso è UMILTA’, anzi impariamo da Lui che mite e umile di cuore. (Matteo 11,29), Dio come sappiamo non ha bisogno della nostra preghiera perché e già santo ed e glorificato per mezzo del figlio, ma vuole che lo invochiamo come Padre, che lo ascoltiamo come Padre, che lo amiamo come Padre, lo testimoniamo come Padre, è che lo portiamo e lo facciamo conoscere come Padre.
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